Dopo una breve ricerca ho ritrovato Cassiopea, ma le stelle dell'Orsa Maggiore sono sparite, nascoste tra l'alone di luce del Ministero Aeronautica.
A. mio, lo ricordi quel campo da tennis abbandonato nel bosco?
Cosa ci hanno insegnato quelle lunghe estati a S.Lorenzo passate insieme sul campo a giocare la nostra interminabile partita? Cosa ci hanno insegnato quei lunghi meriggi estivi passati davanti al solito film di Bud Spencer o Franco e Ciccio? E quelle interminabili passeggiate in macchina ad ascoltare De Andrè? I nostri occhi appena sopra il finestrino: avari nello scrutare un mondo carico di seducenti misteri, mai svelati in quei paesaggi sempre uguali a se stessi: le vigne, i campi di girasole, i cartelli pubblicitari al bordo della strada. E poi il tempo del ritorno, che celava qualche volta la speranza di ritrovare i nostri genitori, la loro macchina parcheggiata sotto casa, in un tempo senza telefoni in cui tutto era possibile e la felicità ancora così a portata di mano.
L'estate ormai alla fine lascia un sapore amaro di cose incompiute. Ci si volge indietro con la sensazione di guardare da ultimo qualcosa che si allontana per sempre e che non tornerà mai più come prima.
Almeno non più con quegli stessi colori intensi, quegli odori forti e pungenti di fiori ormai maturi, di rovi quasi secchi.
Ma Cassiopea resta là; con le sue geometrie rassicuranti insieme alla notte porta sollievo, ci inganna ancora sull'oggi e sul domani. L'Orsa Maggiore invece si è spenta, è scesa dietro quel bosco dove si perdevano quelle gialle palline che non abbiamo mai trovato; eppure loro sono ancora lì, sotto i cipressi, ad aspettare. Le andiamo a cogliere? Ritorniamo a scandire il tempo tra dritti e rovesci? Io colpisco la palla con la rabbia del tempo che ci abbandona tu me la restituisci con la calma e la serenità del tempo che passa.
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