venerdì 18 febbraio 2011

Formiche

Vorrei bere tè e fumare, solo bere tè e fumare, fino a perdere il mio corpo , rimanere una forma di soli pensieri,  sollevare da loro questo involucro dietro cui vigliacchi si nascondono, finalmente smascherarli. E’ lì dietro che questi schifosi si nutrono della mia anima, non con la possente voracità di Saturno, ma con la lentezza di un branco di formiche che consumano lentamente un animale legato e gettato nella loro tana, legato senza possibilità di muoversi, che sente queste bestiole penetrarlo nelle sue parti più intime, morderlo nelle parti più tenere, prosciugarlo e corroderlo senza versarne una goccia di sangue.
Eccomi, sbranatemi pure ridicoli animali privi di senso e di ragione, cechi merdosi figli di puttana, prodotti di una vita che vuole solo riprodursi e rigenerarsi senza rispetto , senza domande, senza eccezioni. Mangiate i miei occhi, nutritevi delle mie lacrime finché ne potrò produrre. Come siete arrivati ad abitare la superficie di questo mondo che non merita di essere scrutato dai vostri piccoli occhi famelici, non merita di essere percorso da quelle zampette schifose? Quale forza malvagia ha dato la prima scintilla a questa mostruosità, permettendo all’universo di guardare se stesso, ad una mano artigliata di squarciare il suo stesso ventre per scrutarvi dentro? Figli del diavolo. Tornatevene nelle vostre tane, scarnificato fino alle ossa restituitemi indietro la vita, senza il futuro. Restituitemi gli occhi per guardare la lucente bellezza, la bocca per assaporarla, la pelle per toccarla, le orecchie per non restare ancora sorpreso da questo silenzio.

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