Seguendo un suggerimento sulle pagine del Corriere della Sera di Roma del 15 Agosto, ho prenotato una passeggiata narrante nel ghetto di Roma. Più precisamente un piccolo gruppo teatrale ( Strolling Stories ) porta a passeggio gli spettatori, calandoli nelle atmosfere delle cupe vicende sviluppatesi intorno al conte Francesco Cenci e reinterpretando le Cronache italiane di Stendhal attraverso la narrazione di una delle sue vittime: la sposa Lucrezia Petroni. La drammatizzazione è essenziale e delicata. Le fa da cornice il monte dei Cenci con i suoi cupi palazzi, che sembrano partecipare con la loro silenziosa e profonda voce alle vicende narrate, aggiungendo un terzo implicito livello alle due linee narrative offerte dalla voce appassionata di Giovanna Conforto (che interpreta il personaggio di Lucrezia e che parla diretta ed immediata alla nostra anima) e da quella chiara di Daniela Corradini (che riporta la vicenda nel suo ambito storiografico, rivolgendosi alla parte razionale di noi) .
Ho aperto questo blog da uno dei tanti terrazzi che si affacciano su questa città, inizialmente per mostrarla attraverso il mio sguardo meravigliato. Mi accorgo invece che, involontariamente, è sempre più il mio sguardo che descrivo, sguardo che ad essa appartiene. Nello scrivere sono diventato permeabile ai suoi occhi e forse di lei la sola cosa che posso svelare, è il suo modo unico di vedere le cose.
mercoledì 17 agosto 2011
martedì 16 agosto 2011
Sfilata davanti ad un misantropo (al tempietto del Bramante)
25 marzo 2011, San Pietro in Montorio, tempietto del Bramante, un misantropo scrive seduto sulle scale...
Mi chiedo imbarazzato se ci sia qualcosa che mi renda felice e mi appaghi completamente. Mi verrebbe da rispondere che si, una cosa c'è: il contatto con la natura ed insieme ad esso un allontanamento dagli uomini. Le loro voci rumorose mi arrivano come grossolane e volgari. Parlano del tempietto del Bramante che si trova alle mie spalle: <<E' bellissimo, hanno fatto bene a farlo all'aperto.>>, ..3 donne, all'accademia spagnola. Ho perso fiducia nel prossimo o forse non ho ancora smesso di averne paura. Mi piacciono quelle figure delicate, dal tono soave della voce, che parlano silenziose e intervallano le brevi conversazioni con delle lunghe pause.
Mi chiedo imbarazzato se ci sia qualcosa che mi renda felice e mi appaghi completamente. Mi verrebbe da rispondere che si, una cosa c'è: il contatto con la natura ed insieme ad esso un allontanamento dagli uomini. Le loro voci rumorose mi arrivano come grossolane e volgari. Parlano del tempietto del Bramante che si trova alle mie spalle: <<E' bellissimo, hanno fatto bene a farlo all'aperto.>>, ..3 donne, all'accademia spagnola. Ho perso fiducia nel prossimo o forse non ho ancora smesso di averne paura. Mi piacciono quelle figure delicate, dal tono soave della voce, che parlano silenziose e intervallano le brevi conversazioni con delle lunghe pause.
giovedì 11 agosto 2011
Il frutto amaro di un fiore mai colto
Troppo piccolo il cuore per contenere le infinite possibilità della vita,
troppo avaro per lasciarne andar via anche una soltanto.
Ed in questo perenne sovraffollamento rischia di scoppiare,
spargendo al suolo i frutti amari di quei fiori mai colti.
Triste libagione che propizia un triste Dio.
Ed allora cosa possiamo fare? Forse scegliere?
Come Adamo ed Eva posti davanti all'albero della conoscenza
qualsiasi decisione prenderemo, il nostro paradiso ci verrà sottratto.
Se scegliere non si può, ricorreremo all'inganno:
Ci faremo mendicanti e raccoglieremo quei resti lasciati sul terreno.
Ci faremo bari al cospetto di Dio per reinserirli nel ciclo infinito dell'esistenza
e concederci un'unica possibilità.
Ed arriverà forse il nostro tempo:
mille vite prima dell'unica insieme a te
E mille altre dopo ne tollererò ancora,
per quell'unico istante insieme.
troppo avaro per lasciarne andar via anche una soltanto.
Ed in questo perenne sovraffollamento rischia di scoppiare,
spargendo al suolo i frutti amari di quei fiori mai colti.
Triste libagione che propizia un triste Dio.
Ed allora cosa possiamo fare? Forse scegliere?
Come Adamo ed Eva posti davanti all'albero della conoscenza
qualsiasi decisione prenderemo, il nostro paradiso ci verrà sottratto.
Se scegliere non si può, ricorreremo all'inganno:
Ci faremo mendicanti e raccoglieremo quei resti lasciati sul terreno.
Ci faremo bari al cospetto di Dio per reinserirli nel ciclo infinito dell'esistenza
e concederci un'unica possibilità.
Ed arriverà forse il nostro tempo:
mille vite prima dell'unica insieme a te
E mille altre dopo ne tollererò ancora,
per quell'unico istante insieme.
domenica 7 agosto 2011
L'estasi della Sciamana
Ho visto ballare una sciamana impazzita
era seduta sulla cappelliera del mio scompartimento.
Si agitava convulsamente nel tentativo disperato
di squarciare il velo che separa le nostre realtà.
Ed alla fine, ahimè, non vi è riuscita:
esausta, triste e disperata si è abbandonata
piangendo la sua sorte di relegata tra il dentro e il fuori,
prigioniera di un tempo che scorre diverso dal mio.
era seduta sulla cappelliera del mio scompartimento.
Si agitava convulsamente nel tentativo disperato
di squarciare il velo che separa le nostre realtà.
Ed alla fine, ahimè, non vi è riuscita:
esausta, triste e disperata si è abbandonata
piangendo la sua sorte di relegata tra il dentro e il fuori,
prigioniera di un tempo che scorre diverso dal mio.
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